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Coronavirus, probabili origini

da Francesca Romana Reinero / giovedì, 19 Marzo 2020 / Pubblicato il Coronavirus, Curiosità, Notizie
Coronavirus attacco epidemia pandemia virus Italia Wuhan

Caratteristiche del SARS-COV-2 e probabili origini

Il SARS-CoV-2 (Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2), la cui trasmissione comporta la malattia COVID-19 (Coronavirus desease ‘19, perché scoperta nel 2019), è un virus della famiglia dei Coronavirus, la cui origine e trasmissione all’essere umano sono ancora ignote (Marzo 2020). I Coronavirus, che possono causare diverse malattie che vanno dal comune raffreddore alla sindrome respiratoria mediorientale (MERS) o acuta grave (SARS), sono virus RNA a filamento positivo che, al microscopio elettronico, assumono una forma simile ad una corona. Attualmente sono 7 i Coronavirus in grado di infettare l’uomo, compreso il nuovo ceppo mai identificato prima d’ora 2019-nCoV, ora denominato SARS-CoV-2. Dalle analisi delle sequenze geniche del virus, sono stati scoperti due ceppi di SARS-CoV-2: Tipo I e Tipo II.

Quest’ultimo sembrerebbe essere il più contagioso e potrebbe aver avuto origine dal commercio di animali vivi nel grande mercato di Wuhan (Provincia di Hubei-Cina) ed essersi diffuso a macchia d’olio in diversi Paesi del mondo, già a partire da dicembre del 2019. Tralasciando ogni retro pensiero che abbia il sapore di un film o di una teoria del complotto, dal punto di vista genetico, il genoma di SARS-CoV-2 umano assomiglia ai genomi di altri Coronavirus presenti nei pipistrelli del genere Rhinolophus, mammiferi la cui diffusione e il cui commercio nei Paesi asiatici sono molto elevati. Tuttavia, come spiegato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, numerosi Coronavirus dei pipistrelli risultano innocui per l’uomo, nonostante la somiglianza al Coronavirus SARS-CoV-2 e al Coronavirus della SARS del 2003. Ad oggi, non sono state identificate nei pipistrelli varianti di questi virus in grado di legarsi ai recettori umani ma si riterrebbe che la trasformazione che abbia portato all’infezione dell’uomo possa essere legata ad altri ospiti intermedi, i viverridi, anch’essi ampiamente in commercio in Asia: sembrerebbe infatti che, anche per la SARS del 2003, questi ultimi mammiferi ne siano stati i vettori. Tuttavia i pipistrelli, date le enormi aggregazioni che formano durante le fasi di letargo e riposo, data la diffusione attraverso il volo attivo degli agenti patogeni su larga scala e la loro coevoluzione con moltissimi ceppi virali, potrebbero facilmente essere vettori di virus. Dunque, le ipotesi restano ancora aperte e solo la scienza saprà, forse, darci una risposta.

La trasmissione del virus dall’animale all’uomo: la zoonosi

La zoonosi, ovvero la trasmissione del virus dall’animale all’uomo, può causare epidemie o addirittura pandemie, come sta accadendo adesso, che si ripercuotono non solo sulla salute dell’essere umano ma anche sulle attività sociali ed economiche dell’intera comunità. Ad oggi, si conoscono oltre 200 zoonosi (tra cui la SARS, l’Ebola, la rabbia, l’HIV ma anche la normale influenza), ma le più pericolose sono quelle che si trasmettono da essere umano ad essere umano: le persone, di fatto, entrando in contatto tra loro, velocizzano e favoriscono la trasmissione del virus.

Il 75% delle malattie umane deriva dagli animali, la maggior parte delle quali da animali selvatici con cui avviene, attraverso il contatto diretto con l’essere umano, uno scambio di liquidi che fungono da vettori di agenti patogeni, virus inclusi. Infine, dalle ricerche di Wang Xinghuan e collaboratori, pubblicate sulla rivista MEDRXIV, è emerso che i pazienti con gruppo sanguigno A siano più vulnerabili al SARS-CoV-2 rispetto ai pazienti con gruppo 0: di fatto, le analisi del sangue di 2000 pazienti infetti in Cina hanno rivelato che il tasso di infezione e lo sviluppo di sintomi respiratori nei malati con gruppo sanguigno A sia nettamente maggiore.

I cambiamenti climatici, l’inquinamento e la distruzione degli habitat dietro alla diffusione del SARS-COV-2

La diffusione dei virus, oltre ad essere facilitata dal contatto tra essere umano e animale selvatico, è anche una conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, dell’aumento demografico e della distruzione degli habitat, grazie alla quale gli agenti patogeni trovano nuovi spazi da conquistare, soprattutto in assenza di flora e fauna che, in un certo senso, possono contenere la diffusione. Dunque, i catastrofici interventi dell’uomo sugli ecosistemi consentono la trasmissione di moltissime malattie, dalla SARS, all’Ebola, all’HIV e a tante altre.

Basti pensare che, ad esempio, eliminando i predatori delle zanzare (come pesci, rettili e alcuni mammiferi), queste ultime aumenterebbero a dismisura veicolando moltissime malattie. Analogamente, anche le aree inquinate delle grandi città favoriscono la trasmissione degli agenti patogeni: la sporcizia, i rifiuti per strada, i mercati e il commercio di animali vivi e l’eliminazione delle grandi aree verdi come parchi o boschi, incrementano sia la diffusione di diverse malattie, come ad esempio il tifo o il colera, sia nuove zoonosi. Infine, la diffusione dei virus è favorita anche dai cambiamenti climatici.

Gli studi sui cambiamenti climatici

Da uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters della Rutgers University negli USA, nel 2100, 1.2 miliardi di persone soffrirà più frequentemente di stress e colpi di calore, se le emissioni di gas serra non venissero drasticamente ridotte. L’umidità e il calore sono efficienti vettori di virus e agenti patogeni e, entro il 2100, affliggeranno fino a 4 volte di più le persone rispetto ad oggi: gli effetti avranno ripercussioni non solo sulla salute umana, dove si esplicheranno con crampi, colpi di calore e danni cerebrali, ma anche sull’economia, sull’agricoltura e sull’ambiente.

Dawei Li, autore della ricerca, sostiene che a New York il giorno più caldo e umido dell’anno si ripercuoterà 11 volte più frequentemente di quanto sia accaduto nell’ultimo secolo e, in estate, le temperature potrebbero raggiungere una media di 35.3 C°. Dunque, l’essere umano può decidere di combattere questo virus costruendo strutture ospedaliere sempre più grandi e vaccini sempre più potenti o proteggendo l’ambiente e gli ecosistemi dai nostri catastrofici interventi: a noi la scelta!

Taggato in: Cambiamenti climatici, corona, cov-2, covid-19, ebola, habitat, hiv, inquinamento, mammiferi, pipestrelli, respiratoria, rettili, sars, sindrome
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Su Francesca Romana Reinero

Sono di Roma, classe 1990 e la mia passione per gli squali è nata nel 2001, quando di anni ne avevo solo 11. Ho conseguito un Dottorato in Scienze della Vita, discutendo una tesi sulla biologia ed ecologia di una popolazione di Gattuccio minore nel Mediterraneo Centrale e una Laurea magistrale in Scienze del Mare, discutendo una tesi sullo studio del comportamento predatorio e sull’influenza delle condizioni meteorologiche sulle strategie di attacco del Grande Squalo Bianco nella riserva naturale di Dyer Island in Sudafrica. Sono ricercatrice e vice-coordinatrice del Centro Studi Squali di Massa Marittima (GR). Ho un sito internet che vi invito a visitare www.francescareinero.it, dove sono contenuti tutti i reportage dei miei viaggi, le mie esperienze e i miei articoli scientifici e divulgativi

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